Rispetto ad altri Paesi europei l’Italia ha fatto un grande passo indietro abolendo, al termine della pandemia, lo smart working.
Da quando è scoppiata la pandemia Covid nel 2020 si è diffuso lo smart working, il lavoro agile che permette ad alcuni lavoratori di lavorare in remoto anche da casa. Questa modalità di lavoro si è rivelata particolarmente utile nel momento in cui – a causa dell’elevato numero di contagi – i governi di tutto il mondo hanno indetto un lockdown generale per il quale i cittadini erano costretti in casa.
Sono trascorsi tre anni da quando è scoppiata la pandemia, e nel frattempo – dopo che la situazione si è stabilizzata – le abitudini sono tornate quelle di sempre ed i lavoratori hanno ripreso a lavorare in presenza sul posto di lavoro. Ma il ritorno alle vecchie abitudini rappresenta un passo avanti o un passo indietro?
I pro e i contro
Lo smart working permetterebbe alle famiglie italiane di risparmiare, innanzitutto le spese sostenute in benzina per dirigersi negli uffici. Si stima un risparmio di 9,8 miliardi di euro in meno spesi all’anno per quanto riguarda le famiglie, e anche per le aziende, che andrebbero a risparmiare fino a 12,5 miliardi all’anno. Invece risulterebbero penalizzati i settori della ristorazione e dei trasporti, che potrebbero perdere fino a 25 miliardi.
Nel frattempo alcuni Paesi europei stanno continuando l’esperimento della settimana corta, ovvero un orario lavorativo settimanale di quattro giorni, che comprende tre giorni di riposo. L’esperimento della settimana corta nel Regno Unito ha prodotto incredibili risultati. Lavorando quattro giorni su sette i dipendenti risultano essere più felici ed i loro profitti sul lavoro hanno segnato un incremento. A continuare il test 56 aziende su 61, alla luce dei risultati nettamente positivi.
In Italia il governo ha prorogato (non senza fatica) lo smart working fino alla fine del mese di giugno ma solo per determinate categorie di lavoratori. Si tratta di categorie fragili e lavoratori con figli under 14. Nonostante siano stati messi in evidenza i grandi benefici derivanti dal lavoro agile, il governo italiano continua a rimanere improntato sulle vecchie abitudini impedendo il progresso.